lunedì 24 febbraio 2014

Recensione: Outlast

PentAGamers presents: La recensione di Outlast



L’immedesimazione è tutto. Sì, però non quando si rischia un arresto cardiaco o di ritrovarsi col fiato corto e col cuore in mano. Queste sono le sensazioni  suscitate in questa povera anima che si è ritrovata a giocare e veder giocare questo titolo. Dopo ore passate al PC, sperando che il gioco volgesse al temine ma nel contempo che durasse di più (chi è giocatore capirà la presenza di questo eterno conflitto interiore NDR) ma andiamo con ordine: 
Outlast dei Red Barrels è stato uno di quei titoli per cui c’è stato un hype da diventar matti, visti i trailer e le descrizioni del gioco su Steam. Un ibrido tra Mirror’s Edge, Amnesia: The Dark Descent e Alone In The Dark, questo Survival horror vede come protagonista il giornalista Miles Upshur indagare sui segreti del Mount Massive Asylum. Rigorosamente in prima persona, disarmati, costretti perennemente a scappare e a nascondersi in armadietti o sotto dei letti, si è armati esclusivamente di videocamera con possibile visione notturna la cui batteria tiene il giocatore sempre in tensione. Gli incontri saranno poco piacevoli, ma non ci si può aspettare niente di più carino: pazzi che farneticano su angeli, paradiso e fantasmi, che ti rincorrono con mannaie o forbici di 50 cm, a cui puoi fare solo linguacce e scappare a gambe levate. L' Intelligenza artificiale  nemica purtroppo soffre di alti e bassi, poichè in alcuni momenti ci si potrà nascondere in posti dove il nostro amico passerà senza degnarci di uno sguardo, seppur in bella vista. Il comparto audio di Outlast è decisamente riuscito, grazie sopratutto a musiche che riescono sempre a creare il giusto pathos, e trasmettere la giusta dose di paura e inadeguatezza. L' ambientazione è cupa, sporca e spaventosa, proprio come dovrebbe essere un manicomio, caduto in disuso, in  cui, senza apparente motivo, bazzicano dei pazzi geneticamente modificati, (Ricordatemi di non metterci piede NDR). A livello narrativo la storia messa in piedi dal team di sviluppo risulta un po’ banale, purtroppo per poterla seguire al meglio si dovrà avere la pazienza, tra un inseguimento e l’altro, di esplorare un po’ l’ambientazione e leggere i fascicoli “confidential”, per spezzare un po’ la tensione quantomeno.
Tra colpi di scena e colpi di cuore, questo team  indipendente, ha saputo dimostrare come il genere survival horror, dato da molti per spacciato, sia in realtà uno di quei generi che devon essere fatti con consapevolezza e criterio. 
In definitiva  è davvero difficile dare una valutazione ad un'esperienza così intensa nonostante la sua linearità e classicità, ma alla fine non posso altro che dare un 8 a quella che forse è una mosca  bianca in un oceano di survival horror senz'anima nè narrativa. D’accordo? No? Beh, personalmente ho trovato molto interessante un'esperienza video ludica dove mentre si corre ci si può rendere conto di avere dei piedi, guardarsi alle spalle per far salire l’ansia; In conclusione una trama semplice ma trascinante,un comparto audio da brividi, e una buona caratterizzazione dei nemici chiudono il cerchio su un titolo che farà parlare di se molto a lungo. Concludo questa mia prima recensione con una considerazione:  E' bello Sapere che esistono ancora Opere Multimediali Interattive in grado di trasmettere emozioni, a prescindere dalla console su cui  le si gioca, uniche e intense, completamente diverse dalle altre, tipiche di generi lontani dal survival horror, a cui siamo tutti oramai un'pò assuefatti. Questi sono i giochi che vogliamo. Che lascino una traccia. E Outlast merita solo che un applauso.

Box Info: Developer: Red Barrels Uscita: Disponibile Formato: PS4, PC Genere: Survival Horror

Pro& Contro
-Atmosfere giuste per il genere
-Audio meraviglioso
-Ripetitivo
-Storia banale
-I.A nemica altalenante

Voto: 8

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