lunedì 23 settembre 2013

Curtain Fall: Mondo Zappa

Ecco un nuovo articolo offerto dalla Bottega Del Bardo.


“Cosa sei tu, Mondo?
Hai un nome strano, di quelli che suonano esotici in inglese o giapponese ma che poi se sentiti con le orecchie di un madrelingua autentico sono semplici sostantivi. Hai un cognome famoso, Zappa, come quel Frank Vincent che ora conoscono in pochi ma che è stato uno dei guru di un tipo di musica che adesso tutti conoscono e, perché no, anche scimmiottano. “Di certo hai una grossa responsabilità sulle spalle. Essere il personaggio principale in una storia di Suda 51 non è cosa né facile né da tutti. Ma non è solo questo: sei un assassino prezzolato, che agisce all’interno di un mondo dove l’omicidio e la violenza sono diventati puro business statale, una perversa distopia dove il bello non sembra più esistere. Ecco dove vivi: in un mondo dove il contrasto domina, nei colori come nelle emozioni. E anche nella fusione tra il robotico e l’umano di cui tu stesso sei dovuto scendere a compromessi. Nei tuoi occhi rossi, apparentemente spietati, in realtà covi qualcos’altro. Riesci ad alternarti in momenti in cui non si è in grado di sperimentare felicità autentica ma solo caricatura, la soddisfazione degli istinti, cerchi nel tuo girovagare un’ancora di salvezza con la stessa disperazione dell’uomo che cerca l’oasi nel deserto. Dillo, Mondo, che è questo che cerchi nelle donne che seduci, nei loro occhi profondi, nei lineamenti delicati dei loro visi e dei loro capelli che brillano. Ti fanno arrivare il sangue al cervello, ma nel senso buono del termine. E sai da che cosa lo vedo? Dal rispetto che mostri loro, dal tuo cavalleresco inchinarti quando offri loro un regalo o un fiore, dalla tua riluttanza ad ucciderle anche se ormai hanno perso qualsiasi accenno di umanità. Le cerchi, fai in modo che ti circondino, sono un antidoto al tuo cinismo. Esseri preziosi.
“Eh sì, Mondo, inutile che adesso ti metti a scuotere la testa rassegnato, che ti credi che non ti ho capito. Lo riconduco anche al tuo affidarti ad una spada, per combattere. Hai un creatore giapponese, quindi sa benissimo l’importanza della lama all’interno della mente del guerriero. Non è una questione di feticismo, ma una questione di mettere l’anima in ciò che fai. Cerchi, vuoi la glorificazione attraverso l’azione del colpo, del taglio. Cose che valgono benissimo il pavimento da pulire e il macello che viene dopo, il combattere mostri orrendi a cui l’ignobile professione di omicida prezzolato ti fa da copertura. Come da nome, tu raccogli in te tutto il male che viene seminato nel mondo, stavolta minuscolo, e cerchi di farti carico di qualcosa di più grande di te sostenuto dal tuo solo individualismo, l’ideale inglese che vede la Morte come un simbolo prettamente maschile, così come maschile è il tuo nome. E cerchi, con la stessa forza dell’anima gemella, la luna. Sai che qualcosa ti lega a lei, la vai a cercare nel suo lato oscuro, vuoi il mistero dei suoi crateri, delle sue vallate segrete e butterate. Sei formale, hai una protesi e una cravatta ma, nonostante la tua entità fatta di poligoni, texture e pixel, sei un personaggio umano.”


Il Cavaliere Bardo

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