venerdì 20 maggio 2011

Recensione: L. A Noire

 Introduzione:
L.A noire si rivela un titolo complesso da analizzare con standard comuni vista la sua duplice identità, cinematografica prima e videoludica poi, pertanto utilizzare lievi sbavature tecniche per quanto riguarda la fisica delle auto o alcuni bug minori solo per abbassare il voto ci sembra eccessivo, noi di Videogame- Review non ci soffermeremo su tali imperfezioni ma analizzeremo questo titolo nella sua completezza e per il suo altissimo valore artistico staccandoci totalmente dalla linea adottata dalla stampa specializzata.
A quanto pare dopo anni di dura lotta il media videoludico sta incominciando ad essere trattato come forma d'arte al pari del cinema e questo è un traguardo importante, visto che i videogiochi sono sempre stati oggetto da parte della società di molti pregiudizi e a causa di ciò sono finiti nel mirino della stampa generalista solo per trovare qualcuno da accusare per non mettere in luce la responsabilità di altri.

 La videoludica ha da un'pò di tempo a questa parte ha incominciato a evolversi velocemente e, di conseguenza, a proporre ai players titoli parecchio fuori dagli standard.  Heavy Rain e Los Angeles Noire rappresentano ad oggi due enormi evoluzioni concettuali a livello videoludico, titoli capaci di dare una immagine completamente diversa ai videogiochi, basti pensare solo che l'ultima fatica del colosso americano è stato ammessa al Tribeca Film Festival ( prestigiosissimo evento in ambito cinematografico).Rockstar games torna a far parlare di se scuotendo il  popolo del videoludo per la seconda volta, dopo lo straordinario successo ottenuto con Red Dead Redemption ecco arrivare dopo ben cinque anni di sviluppo Los Angeles Noire, l'ultima fatica targata Team Bondi. 


A testimonianza della cura riposta dal team di sviluppo nella stesura della trama ecco comparire al suo interno una critica rivolta  alla società americana bigotta, al suo falso puritanesimo, alla sua ignoranza e ipocrisia di facciata. Lo scoprirete quando il vostro collega vi dirà che, al di là di un proibizionismo di facciata, la politica ha tutto l'interesse affinché alcol e droga vengano smerciati, perché così le fasce basse della società saranno troppo narcotizzate per capire dove le stia portando realmente il cosidetto sogno americano. L'ultima produzione del Team Bondi va ancora una volta oltre i confini del videogioco per offrirci così uno spaccato davvero credibile dell'America post-bellica, dove gli uomini di colore vengono chiamati negri, dove ci viene assegnata una missione in cui arrestare un comunista per ragioni ideologiche.
Grafica: Graficamente il titolo si presenta ai banchi di prova in maniera eccellente, la modellazione poligonale di personaggi e location si spreca letteralmente mettendo in mostra una quantità di dettagli notevole, le animazioni facciali sono realizzate con cura davvero certosina  e mostrano sempre in maniera convincente  le emozioni di ogni personaggio che incontrerete, a fronte di tutto ciò va altresi detto che 5 anni  di sviluppo come ben sappiamo rischiano di minare seriamente  il comparto estetico di un titolo, infatti anche in quest'ultima produzione Rockstar si potrà notare qualche texture in bassa definizione e un lieve ma  perfortuna non troppo frequente pop-up di texture e qualche animazione non sempre fluida, si tratta comunque di sbavature che non minano l'impatto grafico generale.

Gameplay: Il gameplay è fortemente su binari in quanto sarà diviso in parti ben distinte;  raccolta di prove, interrogare i sospetti, verifica degli alibi, manda in prigione il colpevole,  starà al  giocatore comprendere e poi seguire le diverse fasi di cui si compone un caso. L'intero gioco infatti sarà suddiviso in casi più o meno complessi a seconda del dipartimento in cui lavorate, quindi dimenticatevi approcci alla Gta, qui nonostante la presenza di missioni secondarie sarete sempre un poliziotto.
La difficoltà del gioco sta nel ricordare sempre tutte le prove a nostra disposizione ( in alcune indagini ce ne possono essere tante) e nel capire quando e come usarle. A questo si aggiunge che, con l'incedere della vostra carriera avrete a che fare non più con cittadini spaventati,  ma con persone fredde e bugiardi che ci guarderanno dritti negli occhi mentre ci stanno mentendo.
il team ha invastito storie che non si sa mai come andranno a  finire, il che è semplicemente da applausi. I  21  episodi di cui si compone il gioco, nonostante partano slegati fra loro alla fine mostrano un filo conduttore che li unisce. La storia del protagonista Cole Phelps si andrà ad  intrecciare con una parallela scopribile trovando i 13 giornali sparsi nel gioco.

Sonoro e Doppiaggio: la colonna sonora risulta pregevole,  composta in parte da pezzi originali tipici degli anni quaranta in parte inedita è in grado di far immergere il player nella particolare atmosfera di cui è intrisa la città degli angeli. Il doppiaggio in lingua inglese e sottotitolato in italiano è semplicemente eccezzionale.

Longevità: la longevità si attesta oltre le 25/ 30  ore fra trama, crimini secondari e sbloccabili.

Commento Finale:
Los Angeles Noire stupisce per la varietà di situazioni proposte, inseguimenti a piedi o in auto, sparatorie, combattimenti corpo a corpo tanto per fare degli esempi, non vi ritroverete mai a fare sempre le stesse cose, e ciò unito ad una sceneggiatura ben scritta e narrata  e un motion capture mai visto prima in un videogame alzano ulteriormente la caratura del titolo, un plauso quindi  alla Rockstar che dopo lo strepitoso successo di Red Dead Redemption  scuote per la seconda volta  il panorama videoludico con una  Ip nuova, originale ed innovativa capace di imporsi come rappresentate dell'intero mondo videoludico.
 In conclusione un gameplay originale ed innovativo, una storia ben scritta e narrata ed un doppiaggio di alto spessore chiudono il cerchio su un titolo che farà parlare di se molto a lungo, un must buy quindi per chiunque si professi appassionato di videogame e non solo.
Voto Finale: 10

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