venerdì 16 settembre 2011

Recensione: Deus Ex Human Revolution

Videogame-Review Presenta
la Recensione di Deus Ex: Human Revolution


La pioggia cade scrosciante mentre le luci della città oscurano le stelle in cielo, l'anno è il 2027 e il mondo sta conoscendo la nascita di biotecnologie in grado di modificare e potenziare l'essere umano. Le grandi corporazioni hanno più potere dei governi, tutti lottano per il controllo, per il potere... Mentre io guardo questa città marcire dalle finestre del  mio appartamento, mi viene chiesto di entrare  in una guerra che non mi appartiene, nel frattempo nelle
 strade dilaga il caos... 

Eidos e Square-Enix tornano sotto le luci della ribalta, rilanciando una delle saghe cyberpunk più importanti nella storia dei videogiochi, che come tante purtroppo si era persa nelle sabbie del tempo. Deus Ex Human Revolution è un gdr ibrido, che fa del mix intelligente di diversi generi uno dei suo maggiori punti di forza. Infatti il giocatore-spettatore potrà spaziare senza soluzione di continuità fra l'action, lo stealth, fps e GdR, finendo così intrappolato in un esperienza ludica con davvero pochi metri di paragone.
 Ci sono saghe che con il passare del tempo vengono dimenticate, altre invece che entrano di prepotenza nell’immaginario collettivo, e in un mercato invaso principalmente da un solo ed unico genere, peraltro oramai saturo, l’arrivo di un nuovo gioco di ruolo di stampo occidentale  nella line up dell’ammiraglia di casa Sony non può che essere una buona notizia. Il cyberpunk è un sottogenere della fantascienza ambientato in un futuro pieno di contrasti. Avanzatissimi ritrovati tecnologici, impianti cibernetici creati per potenziare le caratteristiche dell’uomo, immense corporazioni più potenti degli stessi governi e scontri sociali si fondono in città tentacolari oscure e piovose, illuminate soltanto da potenti luci artificiali. Il compito affidato ai ragazzi di Eidos non era facile soprattutto a causa del fatto che l’eredità che gravava sulle loro spalle era molto pesante; sviluppare il prequel di un gioco come il primo Deus Ex uscito nel lontano 2001 e firmato da una leggenda vivente come Warren Spector non è mai cosa facile, ma a giudicare da quanto  visto, possiamo tranquillamente affermare che il lavoro svolto dal team è davvero ottimo. La prima cosa che colpisce di questo Human Revolution è lo stile grafico: la particolare palette cromatica scelta dona a l’intera produzione un taglio molto cinematografico con chiari rimandi all’ atmosfera del cult movie Blade Runner. . Il motore grafico utilizzato presta il fianco a qualche critica in particolare dal punto di vista della qualità delle texture e dei filtri, confermando come gli sviluppatori abbiano preferito dare maggior importanza al lavoro di concettualizzazione piuttosto che alla pura tecnica. La modellazione poligonale di personaggi e location appare ottima, sullo stesso livello il comparto di effettistica ed il sonoro che si compone di pezzi ispirati e mai fuori contesto, capaci di donare ad ogni situazione a schermo il giusto pathos. Gli ambienti in-door appaiono vari e ben dettagliati, mentre gli esterni soffrono un po’ a causa di alcune texture in bassa definizione. Ben curata anche la caratterizzazione dei singoli personaggi, dotati di fisionomie interessanti; peccato per le animazioni facciali, che a causa di un look artificioso, non si rivelano all’altezza degli alti valori produttivi, nulla però che mini seriamente l’impatto grafico generale. Nonostante gli indubbi punti di forza il gioco non è esente da difetti, primo su tutti il  doppiaggio in italiano, che purtroppo soffre di alti e bassi, mentre il timing labiale-parlato risulta quasi totalmente fuori sincronia, peccato poiché una maggior cura a riguardo avrebbe potuto alzare e non di poco la già altissima cifra stilistica del prodotto. L’imponente tessuto narrativo fa da base a tematiche molto complesse come l’inviolabilità del personale libero arbitrio, e la difficoltà nell’accettazione delle condizioni di vita, qualsiasi esse siano. In questa nuova iterazione del brand  trova spazio anche  un’ovvia implementazione di dialoghi a scelta multipla, fondamentali per veicolare il fattore scelta, i quali permettono al giocatore di plasmare molti dettagli della vicenda, aggiungendo all’equazione il proprio modo di reagire al complesso intrigo. Il fattore decisionale risulta dominante anche durante lo svolgimento delle missioni, principali e non, le quali lasciano ampie libertà di approccio, in questo senso è lodevole come ogni scelta effettuata dal giocatore, da come si decide di rispondere ad un personaggio, a che tipo di approccio adottare di situazione in situazione, trovi effettivo riscontro nelle vicende narrate prendendo spesso svolte inaspettate. Come nella saga sci-fi made in Bioware qui è la trama la vera protagonista del gioco, capace di plasmarsi al volere del giocatore offrendo al contempo un’esperienza ludica con davvero pochi metri di paragone, ed allo stesso tempo di trasportare l’utente verso un futuro tecnologico ispirato ma soprattutto credibile, dove il confine fra bene e male non è diviso in maniera netta, ma si riempie di molteplici sfumature. In questo senso Human Revolution prende una direzione in netta controtendenza rispetto ad altre produzioni, che invece di tentare la strada dell’evoluzione preferiscono restare prigioniere in un congenito ipertrofismo da sempre una maledizione per il genere dei giochi di ruolo.Mantenendosi  sulle orme tracciate dall’illustre predecessore, Human Revolution propone una vera e propria sublimazione della propria natura di ibrido, lasciando così il giocatore libero di scegliere se affrontare i problemi ad armi spianate, in maniera schiva, cercando di farsi notare il meno possibile secondo gli stilemi del genere stealth, oppure prendendo il sentiero della diplomazia, sfruttando l’ascendente sui personaggi non giocanti. Fra i tanti punti di forza di questo nuovo capitolo della saga, vi è sicuramente un art direction autoriale, che dipinge con maestria una Detroit futuristica di raro impatto visivo, dalla varietà dei colori alla regia delle cut scene traspare un’atmosfera unica nel suo genere, capace da sola di trasportare il giocatore nelle intricate fila di una fra  le trame di più alto spessore che la videoludica ci abbia mai proposto. 

Commento finale
 Deus Ex Human Revolution grazie, al suo mix intelligente che spazia tra action, stealth e GdR, riesce ad offrire un esperienza unica nel suo genere capace di trascinare il giocatore in un flusso senza soluzione di continuità, in definitiva Square- Enix centra il bersaglio regalando al popolo del videoludo un capolavoro, un gioco d’autore, che siamo sicuri farà  parlare di sé molto a lungo. 

Voto finale 9/10

Leon

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