domenica 31 agosto 2014

Speciale: Bioshock

Non è facile scrivere quando hai mille cose in testa e solo dieci dita per farlo. Per forza qualcosa ti sfugge o non riesci ad esprimerlo come vorresti. Non riesci a far arrivare la passione e la bellezza che provi prendendo in mano il pad e muovendo quelle levette, quei tasti.

Ho scoperto la serie di Bioshock per caso tramite youtube. Avete presente che il colpo di fulmine? Ecco. A me è successo. Esiste!

Comprata la mia steel box, inserisco il disco, installazione che sembra durare un'eternità e finalmente inizia.

Applauso.

E' un gioco che ho divorato.

Mi è piaciuto tutto: l'atmosfera, la storia, il character design..
Mi sono talmente immedesimata che quando era buio, o andava via la luce improvvisamente mi veniva da piangere (sì, sono troppo sensibile). Sai in quei momenti che dovrà succedere qualcosa, e poi ti ritrovi un bastardo alle spalle. Che sorride. E tremando lo fai fuori. Posi il pad e svieni sul divano. Ti ripeti che è meglio smettere, ma vai avanti. Masochismo?
Ecco, questo è stato uno di quei titoli che nonostante tu soffra, nonostante gli jumpscares, nonostante le imprecazioni e le lacrime, continui, perchè vuoi sapere come va a finire.

Poi finisce.

Ti chiedi: e ora che faccio?

Così ho poi deciso di giocare al secondo capitolo. Sono quasi giunta alla fine. Devo dire che non mi sta dispiacendo anche se si sa che i capitoli successivi ad un primo sono quasi sempre da prendere con le pinze. Si vede che dietro non ci sono le stesse menti e le stesse mani, ma devo dire che non è uscito male. E' abbastanza noioso e ripetitivo. C'è poca sfida e troppa "aggressività". Sì perchè ho notato che c'è qualcosa che stona. Appena capisco esattamente cos'è ve lo farò sapere.

Il primo Bioshock ti porta a riflettere su dei temi, ha una morale. Le tue azioni determinano la persona che sei e che diventerai, il tuo futuro lo decidi tu. La vita mette davanti tanti bivi, sta a te decidere la strada da seguire. Non sai dove ti porterà, ma a qualche cosa arriverai. Puoi scegliere, è questo il privilegio dell'uomo, la possibilità di scegliere. Puoi essere egoista o altruista, puoi fare del bene come del male. Il protagonista di questo titolo non sa di essere quello che è e quando lo scopre, sceglie. Non voglio fare spoilers, anche se credo che arrivati a questo punto penso che l'abbiano giocato un po' tutti, ma non si sa mai, penso anche ai neofiti.

Ammiro i giochi che fanno riflettere, li adoro. Essere Conscious Gamer porta anche questo: pensare. Non essere passivo agli eventi. Non bisogna solo "giocare" ma anche essere consapevoli di cosa si sta giocando, in che modo e chiedersi che cosa vuole trasmettere, cosa ha pensato il team mentre scriveva la sceneggiatura, quali sono i punti di riflessione.Sono una studentessa di cinema e non posso fare altro che notare la sempre più stretta correlazione tra questi due mondi. Storia e immagine si mescolano, si uniscono, entrano in simbiosi, creando un microclima dove lo "spettatore" si ambienta.

In sostanza questi due mezzi sono media, quindi comunicano qualcosa. Chi ne usufruisce deve cogliere il loro messaggio, i valori, le idee che trasmettono. Chi crea deve trovare il modo migliore per arrivare all'obbiettivo.

La sensibilità non è una debolezza, ma una grande virtù. Coltiviamola.

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